Museo di scienze

Il Gabinetto tecnologico di fisica sperimentale e di scienze naturali viene istituito nel Liceo-Ginnasio “A. Volta” di Como nel 1838. La sua origine è da ricercare in una circolare governativa del 20 novembre 1837 nella quale l’arciduca d’Austria Vicere Raineri approvava che venissero attuati, nel capoluogo di ciascuna provincia, dei “gabinetti tecnologici o di campioni naturali e industriali”, in cui si abbiano a raccogliere le spontanee gratuite offerte di ogni qualunque prodotto naturale, di antichità o di un’industria”, in conformità con i vasti programmi che l’Impero austriaco aveva promosso nel campo dell’istruzione.

Tuttavia, ricerche d’archivio ancora in corso hanno consentito di verificare la presenza di apparecchiature scientifiche e di reperti naturalistici nel Liceo anche prima del 1838.

Le collezioni di scienze naturali

Un primo nucleo di reperti naturalistici è già documentato nel 1810 presso il Liceo da una ricca collezione di campioni mineralogici. Di fatto… “nulla si sa sull’anno preciso, sul come e sulla persona che iniziò questa scientifica collezione…”.

A partire dall’istituzione del Gabinetto tecnologico, come documentano i dati dell’archivio del Liceo, le raccolte di scienze naturali vengono costantemente arricchite non solo con donazioni da parte di cittadini, ma anche con acquisti mediante le dotazioni annue della cassa scolastica, e diventano Museo di Storia Naturale a partire dal 1847, anno in cui si separano definitivamente dal Gabinetto tecnologico della scuola pur rimanendo all’interno del Liceo stesso.

Intorno al 1860 il Museo contiene già ricche raccolte di reperti botanici, geologici, mineralogici, paleontologici e zoologici; alla loro tutela e conservazione vengono preposti i docenti di scienze naturali dell’Istituto, fra i quali i professori Giosuè Castiglioni e Innocenzo Regazzoni.

Nel XIX secolo i musei naturalistici, come quelli del Liceo Volta di Como, raggiungono grande sviluppo soprattutto in relazione al fervore degli studi naturalistici con la divulgazione delle teorie attualistiche di Lyell e di quelle evoluzionistiche di Darwin; ancora più numerose sono infatti le acquisizioni di doni da parte di illustri cittadini, di studiosi e amatori delle scienze naturali nella seconda parte dell’ottocento, e durante i primi decenni del novecento, periodo in cui si assiste un po’ ovunque a un progressivo declino dei musei di storia naturale.

In che cosa consistono

Si tratta di oltre 10000 reperti tra i quali numerosi esemplari ornitologici, uno scheletro di Ursus spelaeus (orso delle caverne), una collezione osteologica di Arctomys marmotta (marmotta), un vitello con otto zampe, due ventri e una sola testa, una cospicua raccolta di rettili e di pesci , alcune decine di Mammiferi, una collezione di pesci fossili del Monte Bolca, alcuni fossili dagli scisti ittiolitici di Perledo, oltre 2000 campioni geo-mineralogici, alcuni reperti di legno silicizzato dell’America meridionale, un ricchissimo erbario ottocentesco contenente esemplari di piante del Comasco, del Lecchese e della Valtellina, raccolte e classificate dal sacerdote Pietro Ronchetti.

Alle migliaia di reperti già presenti nei primi anni del novecento nel Museo di Storia Naturale si è aggiunta, nel 1994, una ricca raccolta entomologica di lepidotteri e coleotteri donata dalla famiglia Bari di Como.

Hanno subito alcuni interventi di risanamento e studio

Alla fine degli anni novanta è stata eseguita la catalogazione con schedatura S.I.R.Be.C. di circa 1000 reperti zoologici (la schedatura è a cura di S. Di Martino e S. Scali). Gli stessi reperti sono stati preventivamente sottoposti a restauro, disinfestazione e pulitura da parte di specialisti esperti del settore.

Sono stati attuati alcuni studi specialistici sulle collezioni paleontologiche e osteologiche, in particolare sulla collezione di pesci fossili del Monte Bolca (studio eseguito da A. Tintori dell’ Università Statale degli Studi di Milano) e sui resti di alcuni esemplari di marmotta (ricerca curata da G. Anfossi dell’Università Statale degli Studi di Pavia).

Altri interventi verranno eseguiti

Prima della nuova sistemazione del Museo del Liceo, sono previsti la catalogazione, il restauro e lo studio di altri reperti, di particolare valore storico e interesse scientifico, in vista della loro esposizione. Uno dei primi interventi riguarderà le collezioni botaniche dell’erbario Ronchetti (dono 02.12.1899) la cui consistenza è stimata in oltre 1500 specie botaniche.

Qual è il futuro delle collezioni naturalistiche

Il Museo di Storia Naturale del Liceo Volta sarà restituito alla città di Como secondo un percorso espositivo innovativo volto in particolare alla didattica in campo scientifico.

Il nuovo allestimento prevede la conservazione di tutti gli elementi espositivi storici della sala Pedroni e la possibilità di conoscere i reperti esposti attraverso moderni strumenti di consultazione, accessibili a un vasto pubblico. Negli spazi adiacenti le sale espositive saranno organizzati i depositi per accogliere i materiali che non saranno, almeno temporaneamente, in esposizione.

[a cura di S. Motella De Carlo]

 

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